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Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/177

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XII. - A FRANCESCO NELLI



da ognuno, vischio e reti ed uccellagioni sono, da pigliare il vento del popolo in vanagloria, né si debbano a magnificenzia attribuire. Dopo queste cose dicono che egli va nobilmente vestito di porpora, non sappiendo che cose di magnifico non sono in essere in sé spendereccio. Di ricevere i nobili i quali a caso colá vengono dove sta questo Grande, non dicono nulla: ma e’ sanno che egli, acciò che quelli fugga, con colorata finzione in un piccolo canto della casa reale aversi fatta una piccola casetta, lasciata la sentina a’ servi. Dove sono adunque queste cose magnifiche? vengono da vera e non da fitta virtú? Io voglio che coloro che il magnificano ragguardino quale sia la certa e chiara magnificenzia. Ecco che innanzi si fa il grande Alessandro di Macedonia, il quale ha ardire con poca compagnia d’assalire il mondo, e da poi i sottoposti reami per ragione di guerra immantanente e con Heto viso donare. Tito Quinzio Flamminio consolo romano, non di minore animo, un dí con una sola voce di banditore all’a sé sottomessa Grecia concedette libertá. A Pompeo Magno parve piccola cosa per forza d’arme a Tigrane..... ed immantanente con animo magnifico restituire il regno a’ nimici, e cosí al giovane Tolomeo donare Egitto. E per non dirne piú, queste sono le cose della magnificenzia, questi sono certissimi testimoni degli animi grandi. Domando nondimeno che costoro dicano se elli pongono in cotali cose magnifiche di costui avere trovata la tavola tonda, acciò che in un vaso molti mangiassono quello che si suole innanzi a due porre ancora da coloro che cittadinescamente vivono; e dicano se egli è magnifico..... il che a lui ragionando, cosí sollicitamente rivedere la ragione delle pecunie spese e con involgimenti di parole gli amici, a’ quali egli sia obligato, tirare in estrema povertá. Lascino adunque gli sciocchi il levare in alto colui che non conoscono, e però a Dio prima e poi a me rendo grazie che, acciò che io non avessi queste magnificenzie a provare, modo trovai al mio partire. Assai è detto quello che io abbia temuto e perché io mi sia partito, posto che niente ti sia occulto stando ancora me costá; il che cosí distintamente ho detto, perché cosí tu artificiosamente ti mostri dimentico. Ma una cosa non voglio io lasciare, la qual mi pare quasi miracolosa. Mentre che io era presso a Mecenate, io udii certamente lui molte volte dire ed affermare con quanta gravitá poteva, sé desiderare d’essere nudo di sue ricchezze pure che egli traesse la generazione sua dagl’iddii di Frigia, quasi si pensasse, per quella generazione, sé, di nulla, dovere acquistare