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Pagina:Le opere di Galileo Galilei II.djvu/479

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usus et fabrica


Datum triangulum dividere lineis acquidistantibus
in partes aequales[1]. CAP. XII.

Sit triangulus ABC dividendus in quinque partes aequales, aperiatur secundum latus AB in 5.5 & excipiantur numeri ab unitate usque ad quinque, B & imprimantur puncta in linea AB. Deinde iterum aperiatur in quinque secundum AC, & fiat ut iam factum fuit cum AB, ducantur parallelae ad cuncta opposita[2], & sic triangulus erit divisus in quinque partes aequales. Accommodato enim, ut iam diximus, instrumento excipies distantiam inter c puncta 1. 1, & firmato uno circini pede in puncto A secabis A, B in D, sicque successive usque ad quinque[3].

Datam aliquam superficiem dividere secundum datam proportionem[4]. CAP. XIII.

Si nulla alia ratione saltem quidem propter hoc admirabilis est huius circini usus[5]. Sint enim tres viri inter quos dividendus sit campus ABCD, quorum pri-

  1. Fiammingo. Copiato.
  2. Si vis duci parallelas, superfluum est secare AC.
  3. Ha volsuto qui mascherare quello che io insegno nella operazione 8, c. 7; e per ingannare altrui, non si è curato che la sua proposizione doventi particolare, essendo che la mia è universale a tutte le superficie. E che altro è dividere il 3angolo ABC in 5 parti eguali, che il trovarne uno che sia la sua quinta parte, uno che sia li 2/5, uno li 3/5, e l'altro 4/5? Ma ho paura che forse tralasci questa mia operazione, parendoli che averebbe replicato il medesimo, che nella sua 6 di sopra; avendosi cacciato nel cervello, che le superficie simili seguitino la medesima proporzione che i loro lati omologi.
  4. Fiammingo, ad verbum.
  5. Esaggera l'eccellenza dello strumento per la presente, ben che frivolissima, operazione, perchè questa non è rubata da me: ma quanto sono le operazioni quelle che io pongo nella 9, carte 7 b, e nella 10 seguente, e nella 11. Non si è contentato aver fallato una volta, nel dire che i numeri delle linee indicano la proporzione delle superficie, che lo replica qui, e ci rimanda a quello che ne ha scritto di sopra, in linea linearum, al cap. 6.