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v. gli esemplari postillati e le «notae»


Per un certo tempo furono sufficienti allo scopo i margini dei due volumi a stampa: per il primo, giá abbastanza lontano dal Vico e a lui men caro, quelli, piú angusti, d’un esemplare in carta comune; per il secondo, pel quale giunte e correzioni non potevano non essere potenziate, quelli, amplissimi, d’un esemplare in carta distinta. Che anzi, sin dal bel principio, il Vico, sempre che gli capitasse di donare il libro a studiosi di riguardo, riprese a fare ciò che aveva fatto pel passato nei rispetti del De studiorum ratione, del De antiquissima e delle Risposte[1] ossia trasferire nell’esemplare donato le postille marginali giá segnate in quello serbato per suo uso, e magari aggiungervene altre (che, a loro volta, trascriveva nel proprio). Cosí appare giá dall’esemplare posseduto dalla Casanatense di Roina[2], alla quale, e, per essa, al suo prefetto fra Tommaso Maria Minorelli, pervenne nella prima quindicina del settembre 1721 per dono dell’autore[3]. Cosí è apparso da qualche altro esemplare, indicato, in questi ultimi anni, nei cataloghi di librerie antiquarie[4]. E cosí certamente apparirá il giorno che verranno eventualmente fuori i due esemplari inviati rispettivamente a Roma al dotto archeologo napoletano, nonché zio d’un discepolo del Vico, Biagio Garofalo (settembre 1721) [5], e ad Amsterdam a Giovanni Ledere (febbraio 1722)[6].

Ben presto, per altro, non bastando piú i margini, bisognò ricorrere a fogli manoscritti o incollati ai margini o intercalati: quei fogli, appunto, che s’incontrano di quando in quando nel magnifico esemplare postillato, che, pel tramite dell’anzidetto abate Garofalo — a cui frequenti gite a Vienna avevano procurato qualche dimestichezza coi personaggi piú cospicui della corte di Carlo VI — fu inviato, due o tre mesi prima del 25 lu-

  1. Cfr. la Nota bibliografica al primo volume della presente raccolta delle Opere.
  2. Reca la segnatura H. XIII. 13.
  3. Carteggio, pp. 171-2, 176, 283.
  4. Croce, Quarto supplemento alla «Bibliografia vichiana» (Napoli, 1927), pp. 6-7.
  5. Cfr. F. Nicolini, Una lettera semi-inedita a Giambattista Vico (Napoli, 1935) e Due lettere inedite di Giambattista Vico al principe Eugenio di Savoia (Napoli, 1937): opuscoli estratti dall’Archivio storico per le provincie napoletane (voll. LX e LXII).
  6. Si veda sopra p. 776.