l’avere avuto tra mano, in questi ultimi mesi, grammatiche, vocabolari e scrittori latini non mi fa dimenticare al certo che sin dall’inizio i miei piú che modesti studi sono stati consacrati ad argomenti ben diversi dalla filologia classica. Ben volentieri, anzi, avrei rinunziato all’onore di porre anche per quest’opera il mio piccolo nome sotto quello immenso» piú capace di me, fosse uscito di bocca a qualche latinista di professione il desiderato «mi sobbarco». Comunque, e quali che siano le mie eventuali manchevolezze, resta sempre il fatto ch’è la prima volta, dopo la morte del filosofo, che il Diritto universale esce in quella forma tipografica «grande e magnifica» che il povero Vico sognò invano una volta pei suoi scritti[1]. Di che il merito spetta intero all’amico Giovanni Laterza, che non ha risparmiato né fatiche né spese per rendere questo postumo omaggio al grande antenato spirituale non solo, come diceva Volfango Goethe, di noi napoletani, ma di tutti gl’italiani.
Venezia, ottobre 1935 — Napoli, agosto 1936.
- ↑ Cfr. Carteggio, p. 192.
baud», corr. «Sabaudii»; — p. 657, nota 1: «citato de», corr. «citato da»; — p. 707, capov. 8, r. 7: «Aetetae», corr. «Aeetae»;—p. 752, titolo: «geographica», corr. «geographia»; — p. 770, r. 18: «Francesco Saverio», corr. «Francesco Paolo». — Qualche disattenzione incorsa nei numeri di rimando alle Notae è stata giá rettificata a suo luogo (cfr. pp. 601, 610, 611, 621). Avverto inoltre, a proposito di p. 376, n. 2, che, con «CCCIƆƆƆXCIX», il Vico voleva indicare l’anno 3099 del mondo: quindi, non l’899, ma il 901 av. Cristo. E, per ultimo, l’amico Luigi Ferrari mi scrive da Venezia d’aver finalmente ripescato nella miscellanea 1760 della Marciana (n.° 18) l’esemplare della Sinopsi di cui si discorre a p. 771, nota 4.