a dichiararlo «sine spe amissum»[1]. Per contrario, il suo emulo
Francesco Predari ne annunziò[2] prossima una sua ristampa, essendogliene stata promessa copia da «un sommo napoletano», che ne aveva rinvenuto un esemplare «tra l’antica biblioteca dei suoi padri». E può ben darsi che qualche vaga promessa al riguardo avesse in Napoli quel «signor Carlo Tirelli», che, come racconta il medesimo Predari[3], gli fu «largo di molte cose del Vico preziosissime», e magari che l’esemplare posseduto dal «sommo napoletano» fosse o quello rilegato in un volume vichiano, che, dopo aver girato mezza Italia, tornò a Napoli dopo il 1872 e si trova ora nella Biblioteca Nazionale[4], ovvero l’altro, che, capitato intorno al 1S60 in potere del magistrato e bibliofilo napoletano Francesco Antonio Casella (1818-94) e posto in vendita dopo la sua morte[5], è finito oggi non saprei dir dove. Comunque, lo stesso Casella usava raccontare[6] che — avendo ferma convinzione che un altro esemplare dovesse trovarsi, per dono dello stesso Vico, fra le carte di monsignor Celestino Galiani[7], passate via via a Ferdinando Galiani, all’avvocato Francesco Saverio Azzariti e per ultimo al giureconsulto Nicola Nicolini (1772-1857), bisavolo di chi scrive[8] — insisteva da gran tempo presso questo suo giá benevolentissimo maestro[9] perché gli consentisse di frugare tra quelle carte, finché una sera, nel 1856: — Contentiamo — disse il Nicolini — il nostro don Ciccio; — e mise fuori le filze, tra cui, quasi ad apertura di volume, uscì l’esemplare tanto desiderato. Il quale, ristampato quello stesso anno dal professor Luigi Ca-
- ↑ Nell’anzidetta sua prima edizione, vol. III (Milano, 1835), p. xxiu.
- ↑ Nel primo volume (unico comparso) della sua edizione delle Opere del Vico (Milano, 1835), p. 749, nota 1.
- ↑ Nella prefazione al citato volume, p. ix in nota.
- ↑ Cfr. il § V della presente Nota.
- ↑ Cfr. Croce, Primo supplemento atta «Bibliografia vichiana» (Napoli, 1907), p. 3.
- ↑ Cfr. Croce, Pagine sparse, a cura di G. Castellano, serie terza (Napoli, Ricciardi, 1920), p. 97.
- ↑ Sui suoi rapporti col Vico, cfr. Vico, Autobiografia e Carteggio, indice dei nomi, sub «Galiani»»; nonché F. Nicolini, Monsignor Celestino Galiani (Napoli, 193O» indice dei nomi sub «Vico».
- ↑ Cfr. F. Nicolini, I manoscritti dell’abate Galiani, in Critica, I (1903), 393 sgg.
- ↑ Cfr. F. Nicolini, Nicola Nicolini e gli studi giuridici nella prima metá del secolo decimonono (Napoli, 1907), pp. 356-8.