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Pagina:Vico, Giambattista – Il diritto universale, Vol. III, 1936 – BEIC 1961890.djvu/202

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Haec pagina emendata est
786
nota


stampa del volume, privo ancora, per altro, delle «censurae ex ordine» e di quelle «extra ordinem», facendone recapitare uno, per mezzo del Geremia, a Giovanni Chiaiese e donandone personalmente un altro ad Aniello Spagnuolo. Altrimente, non si riesce a spiegare come mai le lettere del Chiaiese del 13 agosto e dello Spagnuolo del 15 si trovino nelle Censurae extra ordinem, e nell’una il primo scriva d’aver pregato piú volte l’amico Geremia di fargli recapitare al piú presto il libro del Vico, per poterlo leggere a suo agio «aestivis hisce diebus» nella villeggiatura di Antignano, e d’aver finalmente avuto «cusum librum, adhuc typographica opera calentem»[1], e il secondo dica ancora piú chiaramente nell’altra lettera d’aver ricevuto «a’ dí passati», e giá letto, «la seconda parte» dell’opera[2]. Certo è, a ogni modo, che il volume compiuto, ossia corredato delle Censurae ex ordine ed extra ordinem uscí dopo del 27 agosto, data dell’imprimatur del Collaterale[3], e prima del 9 settembre, giorno in cui il Vico inviò uno dei primi esemplari compiuti al padre Giacco[4].

Stampato nello stesso formato e coi medesimi caratteri del De uno e tirato anch’esso in un certo numero di esemplari in carta distinta, che recano nelle segnature dei primi tre fogli (pp. 1, 9 e 17) l’errore «Par. III»[5], emendato, negli esemplari in carta comune, in «Par. II»[6], esso consta di quattro pagine innumerate in principio, consacrate al frontespizio e ai pareri per la stampa, e di 260 pagine numerate, delle quali le pagine 1-25 contengono il De constantia philosophiae e le pagine 25-239 il De constantia philologiae. Seguono, alle pagine 240-1, due aggiunte al primo libro e due al secondo col titolo Omissa aliquot, e una correzione al De uno e due al De constantia recanti il titolo Aliquot emendata, e l’avvertenza finale: «Aliquos, si advertis, lapsus, aequanime lector, humanae naturae imbecillitati, literariorum autem typorum errores ipsorum fatum condona. Unum tamen maxime te monitum

  1. Carteggio, ed. cit., p. 163.
  2. Ivi, p. 160.
  3. Si veda sopra, p. 589.
  4. Carteggio, ed. cit., p. 170.
  5. Per lo meno quest’errore si riscontra nei due esemplari postillati delle Biblioteche Nazionali di Vienna e di Napoli, tutti due in carta distinta, e nei quali, anche a siffatto riguardo, il Vico introdusse una correzione a penna.
  6. Da che l’ovvia conseguenza che il tiraggio degli esemplari in carta distinta precedé quello degli esemplari in carta comune.