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iv. il «de costantia»
vocato Francesco Saverio Pomodoro[1], che pare si proponesse di rendere al Vico gli stessi cattivi servigi che il suo concittadino e contemporaneo Alessandro Novelli allo Hegel[2], si può immaginare di quali insigni tradimenti del pensiero vichiano sia materiata. E, quanto al testo latino, la ristampa del medesimo Pomodoro, che, prima della presente riedizione, era l’ultima, era stata preceduta appena da altre quattro, inserite rispettivamente nella raccolta giá citata del Predari, nelle due del Ferrari e in quella dello Iovene[3].